Helena Petrovna Blavatsky

Tra tutti i filosofi, nessun pensatore è stato così aspramente avversato come Helena Petrovna Blavatsky. Eppure la sua dottrina è straordinariamente avanzata, ed è tra le poche che, invece di mettere la priorità sull’organizzazione, è davvero orientata al progresso spirituale dell’Adepto. Oppure, potremmo dire, è proprio per questo che i principali esponenti delle forze iniziatiche convenzionali l’hanno avversata nel suo tempo e continuano ad avversarla oggi.

Essendo una donna dell’Ottocento, secolo in cui tutte le donne scrittrici (o quasi) si presentavano dietro pseudonimi maschili, H.P.B. – questo il suo nom de plume – scelse invece di avvalorare il suo pensiero affermando che fosse espressione di comunicazioni medianiche.

Malgrado totalmente in contrasto con l’dea spiritista prevalente nella sua epoca – e cioè che le comunicazioni spiritiche venissero dal mondo dei morti, affermando invece che occorreva stabilire una medianità superiore con gli spiriti guida del nostro mondo – l’affermazione che la sua dottrina venisse da comunicazioni medianiche le fu fatta pagare soprattutto dai conservatori che ne facevano un facile versante d’attacco.

Tra i più accaniti v’erano proprio quelli che da lei avevano tratto, se non copiato, conoscenze dottrinali (tra questi, il finto progressista René Guénon) come la dottrina dell’Agarttha e della sacra città di Shamballah. 

Il pensiero di H.P.B. non è riducibile a nessuna dimensione ordinaria, tantomeno ad un intendimento politico. Il punto di osservazione di H.P.B. è l’individuazione delle fondamentali leggi cosmiche, del Karma e del Dharma.  Esaminato nella forma e nel metodo, il suo fluire è simile al succedersi delle onde del mare: una prima ondata arriva alla spiaggia, poi segue una nuova in cui le stesse cose sono ridette con sfumature diverse, e poi una terza, e una quarta, e una settima.

Il documentario qui posto in link (lunga vita alla sua permanenza in rete!) contiene un film doppiato in italiano, realizzato dalla Società Teosofica di Londra. Non ci sono grandi riferimenti alla fase della formazione, come Adepto della Fratellanza Ermetica di Luxor, c’è un accenno alla sua continuità con Garibaldi (ma il suo pensiero è prossimo a Mazzini, e questo sarà chiaro a chi vorrà cercare di comprendere chi è stato Aurobindo) ed è comunque un eccellente documento.

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